La barca di polpette naviga verso " La Bella Estate"... |
Le sfide mi piacciono, soprattutto in ambito comunicativo e
gastronomico, parlo di quelle che fai con te stesso, mettendo alla prova le tue
conoscenze e capacità; è un modo per imparare e per crescere.
Chi segue il mio blog da un po’ di tempo sa bene che faccio
sparire uova/burro/latte dalle torte, inserisco la birra in creme e frolle e rischio
abbinamenti particolari.
Qualche mese fa mi è arrivata una proposta, riuscire a
realizzare una ricetta salata che accompagni uno dei vini dolci per eccellenza,
un moscato passito e per l’esattezza “La
Bella Estate”, il Piemonte Moscato Passito di Terre da Vino prodotto da vigneti piemontesi ed interamente gestiti a
basse rese.
La cosa non mi ha "spaventata", per una che ama il contrasto
dolce e salato non poteva che essere un piacere sperimentare in tal senso.
L’uscita
del libro è prevista il prossimo maggio e verrà presentato ufficialmente
durante il Galà delle Stellle 2012 che si terrà a Barolo presso
l'azienda vinicola Terre da Vino.
Per
dirvela tutta, me la sono presa comoda... mooolto comoda, il contest scade tra pochi, pochissimi
giorni, esattamente SABATO 31 o.O
Volevo pensarci bene, volevo fare qualcosa di
bello e particolare, poi però ho riflettuto sul messaggio che si vuole dare con
questa iniziativa: far comprendere che un vino dolce non accompagni esclusivamente portate altrettanto dolci. Uscire un po’ dagli schemi, come
avvenne quando fu sdoganato il vino rosso bevuto sul pesce, per intenderci.
È così
che nasce l’idea di proporre e di proporvi delle polpette
di facilissima realizzazione e con
ingredienti facilmente reperibili, in fondo il
messaggio è rivolto a tutti e non solo ai cultori dei fornelli.
Le
polpette sono uno dei piatti più amati, ricordano “casa”, sono uno dei comfort
food per eccellenza e almeno una volte nella vita le abbiamo mangiate.
Inoltre
il vino proposto rievoca sia dal punto di vista del nome, che per i profumi ed i colori
dell’etichetta l’estate; così mi viene da pensare a quelle giornate calde, quando ci si
concedono le coccole dei raggi del sole, quando si torna a casa al tramonto,
quando è più facile passare del tempo con gli amici.
Ecco,
le mie polpette sono un po’ tutto questo: sono il ricordo di una coccola (quante
polpettine fritte andavo rubacchiando a mamma mentre le preparava), di qualcosa
che puoi preparare per tempo così da trovarla pronta al tuo ritorno a casa, che
puoi mangiare fredde o calde in un sol boccone e usando solo due dita così da
avere l’altra mano libera per tenere un bicchiere di vino da sorseggiare
durante un aperitivo tra amici.
In
più la loro forma e i loro ingredienti sono un omaggio all’unione tra la mia
sicilianità e l’essere piemontese del vino: uno scrigno che racchiude un cuore
cremoso come le arancine al burro siciliane e le nocciole e la robiola piemontesi che
incontrano l’uvetta (o uva passa) utilizzata in un piatto salato come nella
migliore tradizione della mia terra.
Per
finire, il moscato passito non è solo da accompagnamento, ma è anche parte integrante della
preparazione di questo piatto.
Durante
la sua realizzazione, preparatevi ad essere avvolti da un profumo
inebriante che tormenterà le vostre papille gustative sino al momento di poter
gustare queste semplici, ma gustose e avvolgenti (grazie al loro cuore tenero e
cremoso) polpette.
Polpette
dal "cuore tenero"
al moscato passito
Ingredienti:
- 200 g robiola
- 40 g nocciole tostate (già sgusciate)
- 20 g uvetta
- 500 g tritato di vitello 1° taglio
- 1 uovo medio
- 2 fette di pancarré
- 2 cucchiai di latte
- ½ bicchiere di acqua bollente
- ½ bicchiere di moscato passito “La Bella Estate”
- Sale, pepe bianco, prezzemolo e olio d’oliva q.b.
Tritate
grossolanamente le nocciole.
In
una ciotola lavorate la robiola rendendola ben cremosa, aggiungete le nocciole,
l’uvetta (non ammollata in acqua) e una macinata di pepe bianco.
Aiutandovi
con due cucchiaini, create delle piccole palline di composto (circa la
grandezza di una nocciola col guscio) e riponetele nel congelatore.
Lasciate un cucchiaio del composto non congelato.
In
un altro contenitore lavorate il tritato con l’uovo, il pancarrè
precedentemente ammollato con il latte e ben strizzato, il prezzemolo e un’altra
macinata di pepe bianco (sta al vostro gusto decidere di metterlo sia nel
ripieno che nella carne, oppure in una sola delle parti).
Ora
componete le polpette.
Si
procede nello stesso modo di quando vengono realizzate le arancine siciliane.
Nel
palmo di una mano ponete un po’ del composto col macinato, schiacciatelo ricavandone
uno strato sottile, riponetevi la sfera di robiola al centro e, aiutandovi con
le dita (come a voler chiudere il pugno) fate sì che la carne la ricopra
totalmente.
Modellate
la polpetta dandole una forma il più possibile sferica e procedete con le altre.
Mi
raccomando, fate bene attenzione che la carne risulti ben sigillata, altrimenti
in cottura rischiate che fuoriesca il ripieno di formaggio.
Quando
le avrete preparate tutte, friggetele in olio d’oliva e lasciatele scolare su
carta assorbente.
Rimette
le polpette nel tegame dove le avevate fritte (buttando via l’olio di frittura),
aggiungete l’acqua, il moscato passito ed il cucchiaio del composto precedentemente
ottenuto con la robiola, lasciate restringere a fuoco lento sino a quando l’alcol
non sarà evaporato e sarà venuto a formasi un goloso intingolo.
Consigli
e suggerimenti:
- Nel caso in cui vogliate mangiarle con le suddette “due dita”, quando andrete a creare l’intingolo, non mettete nel tegame anche le polpette, ma servitele asciutte e accompagnate da una ciotolina con dentro questo.
- A vostro piacere potrete aumentare le dimensioni delle polpette (in questo caso, finite la cottura di queste in forno (200° per pochi minuti, in base alla dimensione) altrimenti rischierete di farle rimanere crude al centro) e/o aumentare la quantità di intingolo, magari se non le mangerete come stuzzichino per un aperitivo, ma come secondo di carne per una cena.