29 marzo 2012

Moscato&Salato: Polpette dal "cuore tenero" al moscato passito "La Bella Estate"


La barca di polpette naviga verso " La Bella Estate"...

Le sfide mi piacciono, soprattutto in ambito comunicativo e gastronomico, parlo di quelle che fai con te stesso, mettendo alla prova le tue conoscenze e capacità; è un modo per imparare e per crescere.

Chi segue il mio blog da un po’ di tempo sa bene che faccio sparire uova/burro/latte dalle torte, inserisco la birra in creme e frolle e rischio abbinamenti particolari.

Qualche mese fa mi è arrivata una proposta, riuscire a realizzare una ricetta salata che accompagni uno dei vini dolci per eccellenza, un moscato passito e per l’esattezza “La Bella Estate”, il Piemonte Moscato Passito di Terre da Vino prodotto da vigneti piemontesi ed interamente gestiti a basse rese.

La cosa non mi ha "spaventata", per una che ama il contrasto dolce e salato non poteva che essere un piacere sperimentare in tal senso.

 Non sono stata l’unica foodblogger contattata, bensì è stato indetto un vero e proprio contest (Moscato&Salato) tra tutti quei blogger che compariranno tra le pagine del libro "Fornelli in Rete" edito da Malvarosa e scritto da FrancescaMartinengo.
L’uscita del libro è prevista il prossimo maggio e  verrà presentato ufficialmente durante il Galà delle Stellle 2012 che si terrà a Barolo presso l'azienda vinicola Terre da Vino.

Per dirvela tutta, me la sono presa comoda... mooolto comoda, il contest scade tra pochi, pochissimi giorni, esattamente SABATO 31 o.O 
Volevo pensarci bene, volevo fare qualcosa di bello e particolare, poi però ho riflettuto sul messaggio che si vuole dare con questa iniziativa: far comprendere che un vino dolce non accompagni esclusivamente portate altrettanto dolci. Uscire un po’ dagli schemi, come avvenne quando fu sdoganato il vino rosso bevuto sul pesce, per intenderci.

È così che nasce l’idea di proporre e di proporvi delle polpette  di facilissima realizzazione e con ingredienti facilmente reperibili, in fondo il messaggio è rivolto a tutti e non solo ai cultori dei fornelli.

Le polpette sono uno dei piatti più amati, ricordano “casa”, sono uno dei comfort food per eccellenza e almeno una volte nella vita le abbiamo mangiate.

Inoltre il vino proposto rievoca sia dal punto di vista del nome, che per i profumi  ed i colori dell’etichetta l’estate; così mi viene da pensare a quelle giornate calde, quando ci si concedono le coccole dei raggi del sole, quando si torna a casa al tramonto, quando è più facile passare del tempo con gli amici.

Ecco, le mie polpette sono un po’ tutto questo: sono il ricordo di una coccola (quante polpettine fritte andavo rubacchiando a mamma mentre le preparava), di qualcosa che puoi preparare per tempo così da trovarla pronta al tuo ritorno a casa, che puoi mangiare fredde o calde in un sol boccone e usando solo due dita così da avere l’altra mano libera per tenere un bicchiere di vino da sorseggiare durante un aperitivo tra amici.

In più la loro forma e i loro ingredienti sono un omaggio all’unione tra la mia sicilianità e l’essere piemontese del vino: uno scrigno che racchiude un cuore cremoso come le arancine al burro siciliane e le nocciole e la robiola piemontesi che incontrano l’uvetta (o uva passa) utilizzata in un piatto salato come nella migliore tradizione della mia terra.

Per finire, il moscato passito non è solo da accompagnamento, ma è anche parte integrante della preparazione di questo piatto.

Durante la sua realizzazione, preparatevi ad essere avvolti da un profumo inebriante che tormenterà le vostre papille gustative sino al momento di poter gustare queste semplici, ma gustose e avvolgenti (grazie al loro cuore tenero e cremoso) polpette.


Polpette dal "cuore tenero" 

al moscato passito


Ingredienti:
  • 200 g robiola
  • 40 g nocciole tostate (già sgusciate)
  • 20 g uvetta
  • 500 g tritato di vitello 1° taglio
  • 1 uovo medio
  • 2 fette di pancarré
  • 2 cucchiai di latte
  • ½ bicchiere di acqua bollente
  • ½ bicchiere di moscato passito “La Bella Estate”
  • Sale, pepe bianco, prezzemolo e olio d’oliva q.b.


Tritate grossolanamente le nocciole.
In una ciotola lavorate la robiola rendendola ben cremosa, aggiungete le nocciole, l’uvetta (non ammollata in acqua) e una macinata di pepe bianco.
Aiutandovi con due cucchiaini, create delle piccole palline di composto (circa la grandezza di una nocciola col guscio) e riponetele nel congelatore.
Lasciate un cucchiaio del composto non congelato.

In un altro contenitore lavorate il tritato con l’uovo, il pancarrè precedentemente ammollato con il latte e ben strizzato, il prezzemolo e un’altra macinata di pepe bianco (sta al vostro gusto decidere di metterlo sia nel ripieno che nella carne, oppure in una sola delle parti).

Ora componete le polpette.
Si procede nello stesso modo di quando vengono realizzate le arancine siciliane.
Nel palmo di una mano ponete un po’ del composto col macinato, schiacciatelo ricavandone uno strato sottile, riponetevi la sfera di robiola al centro e, aiutandovi con le dita (come a voler chiudere il pugno) fate sì che la carne la ricopra totalmente.
Modellate la polpetta dandole una forma il più possibile sferica e procedete con le altre.
Mi raccomando, fate bene attenzione che la carne risulti ben sigillata, altrimenti in cottura rischiate che fuoriesca il ripieno di formaggio.

Quando le avrete preparate tutte, friggetele in olio d’oliva e lasciatele scolare su carta assorbente.

Rimette le polpette nel tegame dove le avevate fritte (buttando via l’olio di frittura), aggiungete l’acqua, il moscato passito ed il cucchiaio del composto precedentemente ottenuto con la robiola, lasciate restringere a fuoco lento sino a quando l’alcol non sarà evaporato e sarà venuto a formasi un goloso intingolo.

  Consigli e suggerimenti:

  • Nel caso in cui vogliate mangiarle con le suddette “due dita”, quando andrete a creare l’intingolo, non mettete nel tegame anche le polpette, ma servitele asciutte e accompagnate da una ciotolina con dentro questo. 
  • A vostro piacere potrete aumentare le dimensioni delle polpette (in questo caso, finite la cottura di queste in forno (200° per pochi minuti, in base alla dimensione) altrimenti rischierete di farle rimanere crude al centro) e/o aumentare la quantità di intingolo, magari se non le mangerete come stuzzichino per un aperitivo, ma come secondo di carne per una cena.


 Buone polpette, buon cuore tenero, 
buoni ricordi e buon "sentore d'estate" a tutti ^_^
***Gialla***

Seguite il contest su:twitter #MoscatoeSalato e facebook Terre da vino

24 marzo 2012

Quiche spinaci e provola affumicata e prima parte dell'intervista per CavoloVerde.it


Ricetta veloce ---@ post veloce.

Pasqua si sta avvicinando, la primavera ha già bussato sia alla porta che alle finestre che nel mio armadio dandomi la possibilità di vestire senza i miei soliti 1000 strati invernali ed io sto qui a scrivervi una ricettuzza facilissima, velocissima (oggi abbondiamo di -issima, fosse solo oggi... quando scrivo sono esaltata XD, lo ammetto) e perfetta per i pranzi a buffet in piedi e per le scampagnate.

È una quiche con spinaci e provola affumicata, simile alla sfoglia affumicata  di quasi due anni fa, che ho preparato in occasione del catering di cui vi accennavo nel post dei Tra-rollò. Sono innamorata sia del suo sapore che dell’aspetto solare che ha, in più è stata realizzata in compagnia sia di Giordana che della sua piccola, quindi c’è dentro anche tanta, ma tanta allegria :D

Prima di lasciarvi alla ricetta sono felice di condividere con voi la prima parte di una carinissima intervita che ho rilasciato alla gentile Laura Pantaleo Lucchetti di CavoloVerde.it:




Quiche con spinaci 
e provola affumicata 

Ingredienti:
  • 1 rotolo di pasta brisée da circa 230 g (va bene anche quella fatta in casa ovviamente ;p
  • 600 g spinaci
  • 3 uova
  • 200 gr provola affumicata tagliata a fette sottili (circa 20)
  • 4 cucchiai di grana grattuggiato
  • Sale e pepe q.b

Sbollentate in acqua calda poco salata gli spinaci, una volta pronti scolateli e strizzateli molto bene in modo che risultino il più asciutto possibile, se non volete sottoporli a tale stress e avete un po’ più di tempo potete lasciarli scolare in un colapasta. Tagliuzzateli e aggiungete a questi le uova sbattute, alle quali avrete aggiunto sale e pepe, facendo amalgamare il tutto.

Foderate una teglia rotonda (io ho usato quella in alluminio per crostata da 10 porzioni) con la pasta brisée e iniziate a farcirla a strati. Il primo sarà di provola affumicata (i primi 100g) - cercate di coprire con questa tutta la superficie della pasta; continuate col composto di uova e spinaci, ultimate con l’altra metà della provola. 

Spennellate i bordi della pasta con del rosso d’uovo (personalmente, per non aprire un nuovo uovo, ho utilizzato parte di quello che era rimasto nel piatto dove avevo amalgamato spinaci e uova allungandolo con un filo d’olio, ma va bene anche il latte).
Infornate nel ripiano più basso a 180° C, forno preriscaldato.

p.s. l’utilizzo della provola a fette vi permetterà di impermeabilizzare la brisée permettendole di diventare croccante, il composto uova e spinaci è molto umido; inoltre vi aiuterà a creare la decorazione e una golosa crosticina in superficie.


Buona primavera a tutti ^_^
***Gialla***

18 marzo 2012

Tra-rollò: quando i tramezzini rotolano

Chi mi segue su facebook già lo sa… da un paio di settimane ho iniziato una “collaborazione cuciniera” con una cara amica, Giordana, lei è la figlia di amici di famiglia che conosco da tantissimi anni, chi avrebbe mai detto che da grandi ci saremmo unite così grazie alla nostra comune passione?! 

Dal nostro sodalizio sono già nati due servizi catering, uno per una festa di una bimba che ha compiuto 3 anni ed uno per una ragazza che invece ne ha fatti 33… quasi quasi inizio a pensare che il “3” sia il nostro numero. 

Pian piano vi mostrerò le prelibatezze preparate per le diverse occasioni. 
Oggi iniziamo con i Tra-rollò nella loro versione “classica”.

Un tramezzino che si sente un rollò o un rollò che fa il tramezzino…i Tra-rollò sono questo. Simpatici, allegri, golosi e soprattutto belli e buonissimi allo stesso tempo evitando il “piattume cromatico” e il pane in parte asciutto tipici dei tramezzini.

Possono essere presentati disposti sui vassoi oppure infilzati in spiedini di legno, perfetti per le feste di grandi e piccini, ma anche ottimi per un aperitivo veloce e ugualmente gradevole al gusto ed alla vista.
Tra-rollò 
(prosciutto, provola e insalata mista)
Ingredienti:
  • 10 fette di pane per tramezzini
  • 200 g di provola dolce (lo spessore non deve superare i 3mm)
  • 300 g di prosciutto cotto (sempre meglio che sia diviso in 10 fette)
  • Insalata mista q.b. tagliata finemente (in alternativa potete usare le foglie intere, ma badate bene che siano morbide e non con la parte centrale rigida)
  • Maionese q.b. (200 g sono assolutamente sufficienti)


Stendete sul piano uno strato di pellicola da cucina, ponetevi sopra due fette di pane sovrapposte l’una all'altra per 1 cm (sovrapponetele per la lunghezza stando attente che quella da cui partirete per arrotolare il tutto sia posta parzialmente - il cm di cui vi parlavo prima- sotto l’altra).

Con un mattarello spianatele riducendo il loro spessore per quanto potete (va anche a vostro gusto, più le spianate più sarà agevole arrotolarle, eviterete che si spezzino).
Ricoprite la superficie del pane con la maionese, con la provola, il prosciutto e l’insalata. 


Potete cambiare l’ordine di questi tre fattori e le proporzioni a vostro piacimento così da variare l’aspetto cromatico dei rotolini.


Iniziate ad avvolgere il tutto accompagnandovi con la pellicola, vi aiuterà a non rovinare il pane, una volta arrotolato il tutto, con la stessa pellicola rivestite e sigillate bene il rotolino ottenuto.


Procedete nello stesso modo con le rimanenti fette ed il relativo condimento.

Lasciate i rotolini avvolti nella pellicola in frigorifero per almeno un’ora (l’ideale sarebbe prepararli la sera prima), una volta freddi tagliateli a rondelle di circa 1 cm di altezza.

Se dovesse ritrovarvi nella condizione di doverli tagliare appena preparati, assicuratevi di avere un coltello molto affilato, eviterete che si rovini la forma e che fuoriesca la maionese.

Buon "rotolamento" a tutti ^_^
***Gialla***

11 marzo 2012

Una ciotola+una forchetta+una tortiera= La mia "simil Cameo" al cacao.

Scusate il morso... non ho resistito SLUUURP! :p

Senso di spaesamento, crisi di identità? Nulla di grave, ho solo rivoluzionato un po' il blog :p 
Sicuramente, da qui a quando avrò trovato la grafica perfetta ne vedrete di tutti i colori (in tutti i sensi!), ma visto che la mia casa reale è un po' incasinata, almeno do una rassettata a quella virtuale ^_^ e chissà... magari la preparo a fare il salto di qualità facendo avvicinare il ".com" al suo nome *.*

Blog nuovo chiama ricetta nuova, nooooo... chiama ricetta vecchia, quella delle feste di compleanno di quando ero piccola piccola. 
Ecco com'è nata la mia versione :)

Ve ne avevo già parlato nel post delblog-compleanno, siamo in piena ristrutturazione di casa nella quale è coinvolta anche la cucina, gli utensili sono ridotti all’osso e la nostra lavastoviglie è il lavandino delicatissimo del bagno di mamma e papà… vi avevo anche detto che quando cucino io evito di usare le uova per paura che possa rimanere il tanfo sparso qua e là nel bagno e nelle cazzarole varie.

Qualche giorno fa, però, accade che mamma acquista ben dodici uova… ma non finisce qui… una persona di buonissimo cuore ce ne regala altre due dozzine e così a casa si contavano ben 36 uova o.O

Urge quindi smaltirle. Nannao ha voglia di torta al cacao, io ho una ricettuzza da sperimentare… Mi butto!

La regola delle uova, per questa volta, la bypasso, ma quella degli utensili no! Gli unici permessi sono: una ciotola (per giunta usa e getta, in situazioni di emergenza concedetemela), una forchetta e la tortiera (in silicone anche questa volta così la lavo senza far danni). 
Va da se che per pesare gli ingredienti potrete il barattolino di yogurt che svuoterete già nel primo passaggio :p 

La torta è venuta tanto buona e golosa, ma davvero poco pochissimo fotogenica :/ !!! Ma questa è un’altra storia…

   Torta simil Cameo al CACAO
Ingredienti:
  • 280 g farina 00
  • 200 g zucchero
  • 5 uova
  • 125 g yogurt
  • 70 g olio d’oliva
  • 1 bustina di lievito
  • 75 g cacao amaro
  • 1 pizzico di sale


Nella ciotola sbattete le uova con lo zucchero, il sale, lo yogurt e l’olio, quando saranno diventate ben spumose aggiungete la farina, il cacao ed il lievito. 
Amalgamate bene il tutto e versate nella tortiera precedentemente imburrata ed infarinata (potete evitare questo passaggio se ne state usando una in silicone come ho fatto io, oppure usare la carta forno).
Cuocete in forno preriscaldato a 180°C per 35 minuti, fate sempre la prova stuzzicadenti. 

Buona torta della mia infanzia a tutti ^_^
***Gialla***

8 marzo 2012

"Se aspetti un bambino, l’alcol può attendere" Perché le alternative esistono!


Oggi è giorno di memoria e non di festa, rabbrividisco al pensiero di donne scatenate in giro per la città solo perché è l'8 marzo; le quote rosa per me sono un'offesa e gli auguri NON LI VOGLIO!!!

Questo è stato il messaggio che ho lanciato alla rete questa mattina.

Oggi nessuna ricetta gialla, nessuna mimosa, ma un pensiero che va ad una campagna legata all'uso dell'alcol in gravidanza.

SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) e AssoBirra (Associazione degli Industriali della Birra e del Malto) lanciano dall’8 al 31 marzo la seconda edizione dell’iniziativa.
La campagna utilizzerà più strumenti e mezzi d’informazione (il sito internet www.sigo.it e www.beviresponsabile.it, un video virale) e soprattutto il sostegno convinto di un nutrito gruppo di personaggi al femminile tra celebrities, scrittrici, blogger e parlamentari che hanno deciso di sposare questa iniziativa. Un vero e proprio “movimento d’opinione” che cercherà di dialogare sulla rete, facendo cultura su questo delicato aspetto della vita delle mamme in attesa. 

“Se aspetti un bambino l’alcol può attendere” vivrà pertanto on-line su www.sigo.it e sul sito che AssoBirra ha dedicato al consumo responsabile di bevande alcoliche: www.beviresponsabile.it.

Il sito della campagna è costruito su due diverse aree d’informazione - una dedicata ai medici ginecologi e ostetrici - che riassume le principali evidenze scientifiche sul tema - e un’altra pensata specificatamente per le donne, declinata in messaggi semplici e chiari con l'obiettivo di sensibilizzare le giovani sull'importanza di non bere alcol, non solo in gravidanza ma anche nel mese precedente e invitarle a rivolgersi al proprio ginecologo per avere consigli, conoscere meglio l’argomento e capire come affrontarlo.

Non credo sia un grandissimo sforzo evitare di bere bevande alcoliche, in fondo ci sono tantissime alternative ugualmente e diversamente piacevoli

Qualche idea?

Se avete voglia di un cocktail, il mio preferito è lo Shirley Temple (una parte di sciroppo di granatina, due parti di ginger ale, due parti di acqua aromatizzata gassata (limonata, soda) mescolate in un bicchiere alto (collins o tumbler) e servito con ghiaccio, ciliegia candita e fetta di limone)

Altro suggerimento, dato che fa ancora freddo, perché non sorseggiare una buona tisana (come la mia adorata al cacao), un infuso o un decotto (il mio preferito è arancia e cannella)?

E per pasteggiare? Acqua, tanta acqua che non può che farvi bene a prescindere dalla gravidanza!

LE DONNE IN GRAVIDANZA DEVONO SAPERE CHE…
Ecco, infine, alcuni semplici consigli utili per le donne in gravidanza, o che stanno pianificando di avere un bambino, su come comportarsi in questo importante e delicato momento della propria vita:
·      Bere alcol in gravidanza può danneggiare il bambino che nascerà
·      Già nelle prime settimane di gravidanza l’alcol che bevi può fare danni
·      I danni che puoi fare al tuo bambino bevendo alcol non sono curabili
·      Non consumando alcol puoi evitare completamente questi danni
·      Nessuna dose di alcol è considerata sicura durante la gravidanza
·      Se hai già consumato alcol durante la gravidanza non continuare a farlo
·      Se stai pianificando una gravidanza astieniti dal bere alcol

Per maggiori informazioni:

1 marzo 2012

La frolla all'olio d'oliva, amore a prima "massaggiata"... Versione #1 Crostata ai marroni

L’olio d’oliva è una mia grande passione, sarà che sono cresciuta con quello profumatissimo preso direttamente al frantoio, fatto sta che il suo odoro mi inebria. 
Spesso e volentieri,  nei piatti, aggiungo l'olio a crudo, anche in quelli dove magari ne è stato messo un po’ in cottura, non ci posso far nulla, per me rende tutto più buono.

Chi segue il mio blog da un po’ avrà già capito che amo usarlo anche nei dolci, se posso lo sostituisco in parte o del tutto al burro.

La ricetta che vi propongo oggi è quella di una frolla all’olio d'oliva.

Dovete sapere che sono alla ricerca continua della frolla per crostata ideale, quella che  venga friabile, ma non dura, mai pastosa, gustosa e magari che sia un po’ elastica tanto quanto basti a farmela trasportare, una volta spianata, sulla teglia e, perché no, mi permetta anche di fare qualche decorazione senza perder pezzi qua e là :p
Per intenderci, la vorrei facile da utilizzare come quella di Biancaneve :)
Un giorno, sfogliando le pagine della mia agenda-conserva-ricette è saltato fuori un bigliettino con su scritti gli ingredienti per una pasta frolla all’olio e vicino a questi vari scarabocchi del tipo “a questo sostituisco quest’altra cosa, qui ne va di meno, qua di più, ecc…” tutto questo pandemonio non mi ha demoralizzata più di tanto e così, messe insieme tutte le parole rintracciabili nel bigliettino, la provai e, signori miei, mi sa tanto che questa è proprio quella che cercavo!!!  *.*

Con questa frolla ho realizzato una crostata con crema di marroni, ma potete ricavarne anche degli ottimi biscotti.

Provatela e fatemi sapere, l’unica raccomandazione che vi faccio è quella di usare un olio profumato e non pungente.

Prima di lasciarvi alla ricetta voglio dedicare questa frolla ad una cara amica che me la chiede ormai da un po' di tempo ed ogni giorno che mi vede mi ricorda che devo farle avere le dosi per poterla fare anche lei... Mari, questa è per te! :D

Approfitto, inoltre, dell’argomento "olio" anche per dirvi che dal 17 al 25 marzo la LILT sarà nelle principali piazze italiane «per donare olio extra-vergine di oliva e uno speciale cadeau: il ricettario delle foodblogger per iniziare uno stile di vita sano, partendo dalla propria cucina».
Io non faccio parte delle blogger che hanno contribuito al libro, ma credo sia un bella iniziativa e soprattutto che parlare di prevenzione dei tumori sia sempre importante!
Crostata ai marroni 
con frolla all’olio d’oliva
Per la frolla all’olio d’oliva
  • 300 g farina 00
  • 100 g zucchero
  • 90 g olio d’oliva
  • 2 uova
  • 1 cucchiaino di lievito per dolci
  • 1 pizzico di sale
  • Scorza di un limone o un cucchiaino di essenza di vaniglia (in mancanza va bene anche una bustina di vanillina)

Mescolate alla farina il lievito, lo zucchero e la scorza di limone o l’essenza che avete scelto.
Impastate il tutto con le uova ed il sale arrivando ad avere un composto sabbioso.
Aggiungete  l’olio e riprendete ad impastare sino ad ottenere un impasto liscio e compatto.
Quest'impasto non ha bisogno di riposare in frigo.


Prepariamo la crostata…
Per la mia versione vi serviranno 300 g di crema di marroni, io ne ho usato una già pronta comprata al supermercato, ma sul web è facile reperire una ricetta per farla da soli (bisogna però vedere in che periodo dell’anno vi ritrovate ad aver voglia di marroni…)
Trascorso il tempo, stendete la frolla e rivestite lo stampo scelto (io ne ho usato uno dal diamentro di 24 cm) che avrete precedentemente imburrato ed infarinato (anche in questo caso, se volete potete sostituire al burro l’olio  così da avere un impasto completamente senza latte).
Praticate dei fori su quello che sarà il fondo della crostata e farcitela con la crema di marroni, decorate la superficie a vostro gusto con la parte d’impasto avanzato ed infornate a 180°C sino a quando la frolla non risulterà dorata.

Con questa ricetta partecipo al contest
La ricetta intollerante di Carole
Buon "olio" a tutti ^_^
***Gialla***

Sfizi da food amanti! Chicche e confessioni dalla settimana milanese #4, #5, #6 e #7

Chicca #4
(Ciotole, ciotoline, coppi, contenitori, 
piattini, forchettine e scatolette...)

Io non so voi, ma davanti a ciotole, ciotoline, coppi, contenitori, piattini, forchettine e scatolette NON SO RESISTERE!
Sappiate che davanti questo stand ho lasciato parte dei mie occhi; era un po' come essere tornata piccola, al tempo di quando giocavo con le bambole e mamma mi dava le scatole ed i contenitori di vecchi cosmetici, i barattolini dello yogurt, scatolette di vario genere, bottiglie e bottigliette ed io e Saponetta giocavamo con tutte queste strocchiolerie sentendoci grandi e "madri di famiglia" (poi ci si chiede perché da grandi si diventi in determinati modi XD). 
Chi non sogna una fornitura di cotante "cazzarole"? *.* Dai dai... lo so che i bicchieri in stile Starbucks vi stanno chiamando... 



Chicca #5
(le stranezze gustate)
Della serie "se ti dicessi cos'è, potresti decidere di non mangiaro..."
Gironzolando tra uno stand e l'altro vedo alcuni dei partecipanti al congresso con in mano un coppo (sarà italiano? Vabbé dai, mi avete capita) contente un paninetto... posso farmi sfuggire l'oppotunità di mangaire quel panino tanto invitante? No, così inizio a seguire la scia dei coppitelli ed eccolo lì, allo stand del Consorzio Tutela Vino Bardolino Doc c'è Leandro Luppi (Vecchia Malcesine) che prepara dei piccoli kebab all'anguilla (mai mangiata prima d'ora!) con germogli, una vera bontà!
Kebab di anguilla

Vogliamo parlare poi dello gnu? Non ne ho mai visto uno vivo, figuriamoci aver assaggiato la sua carne, ebbene, Identità Golose, grazie a Paolo Parisi e Lorenzo Cogo, ha fatto anche questo e, credetemi, era una vera squisitezza!

Carne di gnu

Dulcis in fundo... vi va un tiramisù alla birra??? Dovete sapere che io non amo tanto il dolce, un tempo impazzivo per il tiramisù, ma da un po' inizia a sdegnarmi sopo i primi bocconi... questa versione, invece mi è piaciuta davvero tanto! L'amaro della birra ha reso tutto molto piacevole al mio palato, sluuurp!!!

Tiramisù alla birra


Chicca #6
(l'oggetto dell desiderio)
Ladurée... finalmente li ho assaggiati! 
Sono il desiderio di ogni foodblogger o quasi, i maccaron impazzano nei blog, tutti provano a farli e se non ci riescono o non possono provano a procurarseli; i primi che ho provato sono stati quelli preparati da Fabio e Annalù e udite udite... mi sono piaciuti molto di più di quelli del colosso parigino! Certo, io avrò anche scelto i gusti più strani... dalla liquirizia al marshmallow passando per quelli alla rosa e ai marron glacé... ma a me sapevano un po' di "industriali".

Ahhhh... ammenoché non siate sicuri che quel gusto vi piaccia, 
EVITATE QUELLI ALLA ROSAAA!!! Il sapore è estremamente deciso, sembrava di starne mangiando una vera XD
(in tutto questo, ringrazio comunque di cuore il carissimo amico che mi ha scarrozzata qua e là e che me li ha regalati con tanto affetto :D)

Chicca #7
(non si butta via niente)

Non sono una grande esperta di ristoranti giapponesi, li ho girati molto in america, ma in Italia solo un paio, questo dove sono andata durante la settimana milanese non è stato affatto male, almeno dal punto di vista del cibo... il servizio era poco giapponese e tanto italiano, nel senso che i e le cameriere erano abbastanza insistenti nel chiedere ulteriori ordinazioni e qualche consegna è andata persa.
Quello che vi segnalo oggi è il sistema di pagamento.
Menu fisso a 19 euro... ma solo se finisci tutto e dico TUTTO quello che hai ordinato, se solo ne lasci una forchettata, paghi secondo listino quel che stai lasciando.
A me sembra un ottimo modo per evitare sprechi, voi che dite?


E con questo post termina il mio racconto sulle chicche milanesi....
Alla prossima ^_^
***Gialla***