Prendere appunti è stata sempre un’azione che mi rilassa, in
quel momento mi sento al sicuro; archivio parole, sentimenti, pensieri, azioni di altri e mie che sono certa in quel modo
rimarranno indelebili, potrò portarle con me anche quando la memoria e la
stanchezza in generale giocheranno brutti scherzi.
Ho avuto un’ottima scuola in tal senso, riesco scrivere
tutto quel che voglio e a seguire senza perdere il filo, insomma, ho la
certezza di poter portare via con me ogni sapere… Ma a volte gli scherzi non
arrivano solo dalla memoria, arrivano anche dal destino che incastra i momenti
a suo piacere. Così basta un attimo, basta che si corra da una parte per
salutare uno chef amico che puff… quel piccolo archivio che porti sempre con te
non venga posato come si deve dentro la borsa e venga smarrito.
Perdonatemi quindi se non sarò precisa in alcune parti del
mio racconto; so che potrei andare a leggere articoli e resoconti della
manifestazione da più fonti, ma detto tra noi non voglio farlo! In questo modo, lascio da parte la razionalità (per quanto possa riuscirci) e colgo l’occasione per
rendervi partecipi di quelle sensazioni che questo congresso ha lasciato in me.
In fondo, come appena detto, per quelle descrizione dettagliate e “oggettive”
ci ha già pensato qualcun altro in questi giorni e basterà semplicemente
digitare “identità golose Milano 2012” su qualsiasi motore di ricerca on-line che
potrete leggerne quante ne volete.
E poi, la bontà di un evento non si calcola forse in base
alle sensazioni ed ai ricordi che lascia a chi vi ha preso parte?
Per me è stato il primo anno ad Identità Golose Milano, ma
di eventi, congressi, manifestazioni più o meno grandi ne ho visti davvero
tanti, sia come addetta ai lavori che come spettatrice/uditrice.
Voglio partire dalla fine, la sensazione che ho ripensando a
quello che ho vissuto durante quei tre giorni è di serenità e gioia, nonché di
appagamento della mente e del gusto senza tralasciare un sentore speciale di euforia
per l’apprendimento e per la condivisione.
Alla domanda «com’è andato il congresso?», ho sempre
risposto «peccato che sia finito!».
Nessuno «stress da evento». Nessuna calca esagerata, gli
unici momenti di confusione potevano essere solo quelli vicino gli stand
durante “l’ora di punta” (momento della pausa congressuale), ma si trattava
sempre e comunque di una “calca controllata”. Nessuna discussione per quanto
riguarda i turni per le degustazioni, niente spintoni e/o schiamazzi, tutti
molto sorridenti e con tanta voglia di chiacchierare (compresi gli standisti
che spesso e volentieri, durante le manifestazioni, troviamo seduti in
posizioni quasi da pisolino e arrotolati sonnecchianti in caldi maglioni).
Di certo il pubblico della manifestazione non era quello dei
grandi eventi di massa, anche se numeroso, molti esperti del settore e addetti
ai lavori, di certo TUTTI appassionati del mondo della gastronomia! Questo,
forse, il vero motivo di cotanti sorrisi e nessun momento imbarazzante (intendo
quei classici episodi da “sagra di paese” con gente che mangia a
“quattro ganasce” e ragazzini
brilli!).
La location di questa edizione è stata quella del MiCo. Lo
spazio riservato all’evento è risultato essere assolutamente delle dimensioni perfette, né troppo grande, né troppo piccolo e soprattutto ben organizzato
sia per quanto riguarda la zona espositiva che per quella dedicata al congresso
vero e proprio.
Noia? Non pervenuta!
Oltre ad i numerosi stand che regalavano ai visitatori
profumi, gusto e colori, tre sale + una (quella dedicati ai piccoli momenti d’incontro
con gli sponsor) dove si alternavano chef ed esperti del settore con le loro
lezioni.
Il grande tema centrale della manifestazione “Oltre il
Mercato” ha messo in primo piano il concetto di scelta e cottura della materia
prima; questo grande filo rosso abbracciava però altri fili, quello delle “giovani
promesse” (siamo ormai in clima Sanremo anche nel mondo della cucina) con
Identità Vent’anni, quello “verde” con Identità Naturali, quello “rosa” con Identità
Donna, le “P” Identità di Pizza, Pane e Pasta passando per quelle della Carne e
del Trentino concludendo poi con tutta la dolcezza del Dossier Dessert.
Gli interventi in programma ed i temi trattati erano talmente
ricchi che hanno creato in me, ma non solo, l’imbarazzo della scelta a volte
effettuata quasi tramite il lancio della monetina.
È raro che sia rimasta senza posto a sedere, solo alla lezione di Cracco alla quale sono arrivata non troppo in orario (mannaggia!), ma per il resto i posti erano adeguati e anche quando si rimaneva in piedi non era difficile poter seguire chi stesse parlando sia dal punto di vista audio che visivo (benedetti maxi schermi!).
L’organizzazione è sembrata una piccola macchina da guerra, non ho notato grandi problemi e se vi fossero stati beh… sono stati bravi a mascherarli, qualche piccolo ritardo a volte voluto (vedi la lezione di Cracco posticipata di qualche minuto per permettere a più persone di potervi prendere parte) e a volte causato dalla parlantina del relatore, ma nulla di sfiancante o irritante.
L’anima del congresso sono stati gli chef in tutte le loro declinazioni e specializzazioni. Ognuno diverso dall’altro, c’erano quelli “dolci”, quelli “salati”, quelli “pregiati&stellati ” e quelli “di campagna”, ma tutti avvolti dalla passione per il loro lavoro. Sì, questa è la sensazione che mi è stata trasmessa da ognuno di quelli che ho avuto la possibilità di ascoltare. Dai più estroversi ai più impacciati si evinceva proprio questo, c’era quello sicuro del fatto suo che rispondeva spedito alle domande più personali e quello che invece, preso dall’emozione, iniziava a balbettare, ma tutti, nel momento in cui si trovavano a dover parlare del proprio piatto, si trasformavano, ritrovandosi a descriverlo con quanto più orgoglio e amore potessero provare.
È raro che sia rimasta senza posto a sedere, solo alla lezione di Cracco alla quale sono arrivata non troppo in orario (mannaggia!), ma per il resto i posti erano adeguati e anche quando si rimaneva in piedi non era difficile poter seguire chi stesse parlando sia dal punto di vista audio che visivo (benedetti maxi schermi!).
L’organizzazione è sembrata una piccola macchina da guerra, non ho notato grandi problemi e se vi fossero stati beh… sono stati bravi a mascherarli, qualche piccolo ritardo a volte voluto (vedi la lezione di Cracco posticipata di qualche minuto per permettere a più persone di potervi prendere parte) e a volte causato dalla parlantina del relatore, ma nulla di sfiancante o irritante.
L’anima del congresso sono stati gli chef in tutte le loro declinazioni e specializzazioni. Ognuno diverso dall’altro, c’erano quelli “dolci”, quelli “salati”, quelli “pregiati&stellati ” e quelli “di campagna”, ma tutti avvolti dalla passione per il loro lavoro. Sì, questa è la sensazione che mi è stata trasmessa da ognuno di quelli che ho avuto la possibilità di ascoltare. Dai più estroversi ai più impacciati si evinceva proprio questo, c’era quello sicuro del fatto suo che rispondeva spedito alle domande più personali e quello che invece, preso dall’emozione, iniziava a balbettare, ma tutti, nel momento in cui si trovavano a dover parlare del proprio piatto, si trasformavano, ritrovandosi a descriverlo con quanto più orgoglio e amore potessero provare.
Altro che chef-star come ormai ci vengono proposti dai media, loro erano lì, pronti a raccontarsi e soprattutto a divertirsi e a condividere queste giornate con i colleghi, gli amici e tutti i presenti.
Alcuni dei piatti fatti degustare... |
Come potete immaginare, il cibo non è affatto mancato, ma le
degustazioni non sono avvenute soltanto negli spazi espositivi, molti sono
stati gli chef che durante le loro lezioni hanno preparato e servito delle
porzioni da degustazione dei piatti di cui stavano parlando, ciò ha aiutato noi
uditori sia a comprendere meglio le loro spiegazioni che a poter interagire con
più cognizione di causa con questi.
La mia conclusione?
Sin'ora ho sempre assistito a congressi "seriosi", dove ci si confrontava tanto, ma altrettanto ciondolavano le teste dalla stanchezza/noia, dove la gente cercava in tutti i modi di scappar via ed esultava al momento del coffee break... Questa volta non ho visto nulla di ciò, anzi, ho bene in mente la voce di chi chiedeva alla gente di recarsi all'uscita in quanto la fiera stava per chiudere.
In definitiva, questa manifestazione è stata, dal mio punto di vista, un vero successo e non solo per merito di chi l'ha organizzata (certo, il lavoro del dietro le quinte sarà stato davvero notevole ed impegnativo), ma anche per merito di chi vi ha preso parte non solo essendo presente, ma anche vivendola.
Tutte le mie osservazioni sono comunque da contestualizzare alla mia persona; una laureata in comunicazione, studiosa del fenomeno "foodblog", con un passato (e presente) nell'organizzazione di eventi, avente una passione sfrenata per l'enogastronomia e soprattutto con un'enorme voglia di imparare e di conoscere sempre di più ogni sfaccettatura di questo mondo; va da sé, dunque, che questi tre giorni siano stati per me un'immensa fonte di apprendimento e un'opportunità per nuovi incontri da non sottovalutare.
Presto il racconto degli chef che mi hanno colpita di più
e di qualche chicca del dietro le quinte (incontri, foodblogger, golosità e tanto atro) :)
Restate connessi!!!
***Gialla***
Ciao "Gialla", ti ricordi di questa personcina un pò demodè dall'aria stralunata ed un pò fuoriposto? Ma certo che si, però fuoriposto no, mi sono sentita perfettamente a mio agio, tra stand, chef, blogger "altolocate" dal nome altisonante, a volte anche un pò "piccina-picciò" ma comunque sempre molto appagata e realizzata. Ho coronato un piccolo sogno, sempre che i sogni possano essere piccoli. Io non ho preso appunti, ne ho presi pochi, ho fotografato secondo le mie (anzi sue, della mia digitale mini-mini)possibilità, però ho portato a casa un sacco di cose, dico sacco perchè a IG ho respirato aria di campagna, di montagna, posti dove si va col sacco per riempirlo...il mio è pieno e so che potrò attingerne a lungo, infatti non mancheranno miei riferimenti (e ricette) all'evento anche quando molti avranno "dimenticato". Piacere di averti conosciuta, buon San Valentino...
RispondiEliminabeata te cavoli..quanto avrei voluto partecipare anche ioooo :) bhe ma col tuo racconto cosi genuino era quasi come se fossi li anche io :) grazie e aspetto al seconda parte! baicone
RispondiEliminaio alla fine non sono riuscita a partecipare, cercherò di rifarmi alla prossima edizione, sperando che non succeda un caos dietro l'altro come quest'anno :)
RispondiEliminaHo letto con molto piacere il tuo resoconto e le tue impressioni talmente con attenzione che mi e' sembrato essere stata li.
RispondiEliminaAspetto il continuo della storia un abbraccio
Che Invidia!! Brava resoconto perfetto ... attendo il seguito.
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