23 giugno 2015

Come mangiavamo le merendine

Ricordi sparsi e confessioni scottanti di un tempo che fu quando le merendine non erano il demonio.



No, questo non è un post che inneggia alle merendine e non è nemmeno uno che le demonizza, ma vuole essere il racconto di quanto possiamo essere strani, alle volte (forse un po' più spesso), quando mangiamo e soprattutto... CHIAMATE UNO BRAVO CHE QUI VERRANNO FUORI VERITÀ SCONVOLGENTI!
L'amarcord delle merendine anni '80 e '90 è ormai un must sul Web, il popolo della Rete riesce persino a far tornare sugli scaffali e nei banchi frigo roba preistorica, ma si sa, al cuor non si comanda e ci sono certe cose che ti segnano per tutta la vita. Ecco, tra queste ci sono le merendine (nel senso più ampio del termine, compresi quindi gelati e biscotti) e soprattutto il modo in cui le mangiavamo; sìsì, esattamente il modo in cui le smembravamo, leccavamo, ricomponevamo, e chi più ne ha più ne metta, prima di ingurgitarle. 
La cosa grave o fantastica, leggete la questione un po' come vi pare, è che molti di noi, davanti a queste, continuiamo a farlo ancora oggi che siamo (forse, molto forse) genti mature. Ma bando alle ciance e andiamo allo sputtanamento definitivo.

Breve carrellata delle azioni compiute da me e dalla gente che (ahimè) conosco, prima di far fuori la merendina condannata al massacro pre-ingerimento


  1. Leccare via tutto il cioccolato e poi finalmente mangiare quel povero biscotto rimasto nudo. Chi non lo ha fatto con i Togo ed i Mikado?!

  2. Ringo. Fonti affermano che la tendenza generale sia quella di aprire il biscotto, leccare via la crema, mangiare per prima la parte alla vaniglia e solo successivamente il biscotto al cacao; c'è però la variante di chi era solita (ok, io!) girare una faccia del biscotto sulla crema e stamparvi così la "R" -.-"
  3. Guai a mangiare il biscotto se prima non hai grattato via la glassa dalle sporgenze. Chi sono i poveri mal capitati e regolarmente sbavati? Manco a dirlo: Bucaneve e Pan di stelle. Qualcosa di simile accadeva anche al povero Buondì.
  4. Non vorrai mica mangiare prima la moneta di cioccolato?! Non sia mai! Il Soldino andava rigorosamente privato della sua moneta che veniva gelosamente messa di lato e monitorata, manco fosse la gemma più preziosa della corona della regina, affinché non venisse rubata dal fratello/sorella/amico/amica di turno. Finito tutto il resto, era ora di premiarsi!
  5. Strizza la confezione. Su, non ci posso credere che abbiate resistito alla tentazione di far esplodere il sacchettino contenente il Brioss. Quelli bravi riuscivano a mantenerlo integro, io, che brava non ero, dopo le prime volte di totale disastro con morte per polverizzazione della mia merenda, optai per far esplodere solo il pacchetto di Kinder Colazione più che al massimo si deformava un pochino.
  6. Che si trattasse della Girella della Motta o della Rotella di liquirizia, beh, se non la mangiavi srotolandola, non era cosa buona e giusta!

  7. Solo 10 morsi. Quando la pubblicità genera piccoli psicopatici. «No mamma, il Cucciolone va mangiato in 10 morsi, non uno di più, non uno di meno» e così via a spalancare la bocca per far entrare mezzo gelato in quell'ultimo boccone rimasto a disposizione rischiando la morte per soffocamento e guardando tua madre ormai rassegnata alla tua completa e totale idiozia!
  8. Prima il peggio e poi il meglio. Un po' come per i Ringo così anche per gli Abbracci; riuscire a staccare le due metà senza che l'una fosse contagiata dall'altra parte era arduo e degno di chi possedeva abile maestria, ma il fatto resta che non ci riusciamo a mettere d'accordo su quale delle due parti fosse la migliore da mangiare per prima, chi dice quella alla panna e chi quella al cacao; siamo invece tutti d'accordo su quale parte delle Crostatine andasse salvaguardata e mangiata per ultima, la parte centrale! Quindi: via il brodo e, se c'era tempo e pazienza, anche le striscioline con conseguente naso intinto nel cioccolato o nella marmellata.

  9. Squartato è meglio. Povero Tegolino, che brutta fine, mangiato striscia per striscia e privato quanto più possibile della crema.
  10. Poi ci sono loro, quelli che o lo mangi così o niente. La marmellata direttamente col dito (altrimenti il detto non avrebbe senso), la Nutella a cucchiaiate ed il Calippo... ecco, ehm, questo smetti direttamente di mangiarlo in pubblico quando capisce che non sia più il caso!


Direi di aver terminato con le mie manie, adesso tocca a voi, sono certa che c'è un mondo ancora da scoprire!


Buone merendine fatte in casa o comprate a tutti ^_^
***Gialla***

17 giugno 2015

Pasta c'anciova e muddica atturrata alla palermitana

Pasta with anchovy and toasted breadcrumbs - Pasta con l'aggiuga e pangrattato abbrustolito
Eccoci qui, ricetta della tradizione e, come ogni cosa molto tradizionale, è soggetta a personalissime interpretazioni. Ogni famiglia ha la sua versione del cuore e va da sé che questa sia la mia.

Da bambina ne andavo matta tanto da chiederla ogni volta che mi si facesse la domanda "Cosa vuoi mangiare per pranzo?".  
La verità è che da brava palermitana adoro la "mollica atturrata" ovvero il pangrattato abbrustolito. Se non fosse stato che poi agli altri non restava niente, ne avrei sempre messo sino a raschiare il fondo della ciotolina che lo conteneva. 

La preparazione di questo primo piatto è facilissima, unica accortezza è la soglia di attenzione legata alla cottura dell'aglio e quella del pangrattato. Per il resto, tutto abbastanza a prova d'imbranato! Ah, ultima cosa, va mangiata calda, non lasciatela riposare, o rischiate l'effetto colla. La foto che vedete, per esempio, è stata scattata nella logica del "buona la prima", infatti non è il massimo, ma alle volte è giusto far prevalere la gola su un ottimo scatto fotografico; in fondo, sono una foodblogger, devo nutrire i familiari, il blog, ma soprattutto la mia pancia! ;p 


12 giugno 2015

Torta di pane cioccolato e fragole



Che resti del pane a Casa Gialla è più che possibile; come ha sempre detto papà: "siete imprevedibili ad ora di capire quanto pane mangerete!". Ha assolutamente ragione, è che dipende dalla giornata, da  cosa si è deciso di cucinare, perché se è previsto qualcosa con annesso sughetto il pane non basta mai, se ci sono patate o panature varie, invece, è quasi certo che se ne mangerà poco o niente. Insomma, il pane a volte è poco, altre molto. Se avanza, si congela o si lascia da parte per grattugiarlo.

Questa volta, però, ho deciso di rubare al destino della grattugia un po' di pane per trasformarlo in un dolce.

Non avevo mai provato la torta di pane, anche se ne sono sempre stata affascinata. La consistenza tende a quella di un pudding, come fosse un budino molto sodo, per intenderci. 

Essendo ormai arrivato il caldo estivo, vi consiglio di gustarla fredda, anche se la variante che vi propongo, con all'interno le gocce di cioccolato risulta golosissima anche appena uscita dal forno.


Buon riciclo del pane a tutti ^_^
***Gialla***